L’autismo in 12 punti

  1. Le persone autistiche provano emozioni come tutti: spesso le esprimono in modo differente dalle persone neuro-tipiche: è quindi importante riconoscere le emozioni in se stessi e nel comportamento degli altri. 
  2. I disturbi dello spettro autistico hanno un’origine neurobiologica, non sono causati da scarso affetto da parte dei genitori.
  3. II bambino autistico cresce con questa condizione. Se acquisisce col tempo nuove competenze, queste si “modellano” sul suo disturbo e assumono una qualità “autistica”. L’autismo quindi è una condizione che dura tutta la vita e comporta un funzionamento cerebrale definito neuro-diverso. 
  4. Per aiutare un bambino autistico servono l’amore della famiglia, competenze specifiche e lavoro di rete.
  5. Così come le persone neuro-diverse si sforzano di imparare quanto più possibile per adattarsi al mondo dei neuro-tipici, anche questi ultimi devono imparare a comprendere le persone autistiche.
  6. Ci sono persone autistiche che mostrano talenti speciali, ma molti di più sono quelli che presentano significative difficoltà cognitive, comunicative e relazionali che rendono difficile una vita autonoma e indipendente.
  7. Ci sono comportamenti che le persone autistiche attuano e che sono funzionali ad esempio per abbassare l’ansia o per favorire la concentrazione; le persone neuro-tipiche non li comprendono e pensano che si debbano eliminare. In realtà è sempre bene valutare se e quali comportamenti si possono ridurre o sostituire.  
  8. Per comprendere il funzionamento neuro-diverso delle persone autistiche sono disponibili molte fonti: ci sono pubblicazioni con le testimonianze dei protagonisti e dei loro familiari, dei professionisti che studiano e lavorano nel settore. Si può spaziare dalle case editrici, ai video sul web, ai film, ai numerosi siti istituzionali, delle associazioni e a quelli che si occupano di informazione sulla disabilità.
  9. Non si deve guardare solo ai punti di debolezza. Le persone autistiche, come tutti, hanno punti di forza, che sono da trovare e valorizzare per mantenere alta l’autostima, la motivazione e  il senso di autoefficacia della persona. Ci sono punti di forza che possono essere utili per un percorso formativo ed un successivo inserimento lavorativo.
  10. Le persone autistiche possono avere un sistema percettivo particolare caratterizzato da iper o iposensorialità. Per favorire il benessere, l’apprendimento, la concentrazione, l’attenzione e la comunicazione occorre fare attenzione a come le persone autistiche percepiscono l’ambiente intorno a sé.
  11. Le persone autistiche sono una risorsa a scuola e anche negli ambienti di lavoro. Le soluzioni educative e didattiche adottate dai docenti in classe per venire incontro ai loro bisogni speciali risultano molto utili anche ai compagni a sviluppo tipico, così come la valorizzazione della cultura della diversità in classe.
    L’interazione tra persone neuro-tipiche e neuro-diverse nei contesti lavorativi ha un effetto sorprendente: la comunicazione diventa più chiara ed efficiente, anche tra persone non autistiche, lo spirito di squadra acquista nuovo significato e, di norma, i dipendenti sono orgogliosi di lavorare in un’azienda aperta, che non considera la diversità come una bella intenzione, ma mette al centro l’idea che la diversità sia un arricchimento nel lavoro e nella vita di ciascuno di noi.
  12. Nell’immaginario collettivo un autistico è prima di tutto la sua disabilità. Poi è sicuramente fragile, debole e sofferente. Ma un autistico è innanzitutto una persona ed è con questa presa di coscienza che si abbattono il pregiudizio e lo stigma sociale.